martedì 7 maggio 2013

Weltanschauung


'spetta. Mo' come mi pongo? Il Primo che mi risponde "A Pecora" vince un Vaffanculo. Brutti Ciola. Fatemi illudere di esserVi mancata.
... No, eh?!
Io mi sono mancata. Ma tanto. E tanto a lungo. Neanche mi cercavo più. 
Cioè, mi cercavo, forse. Ma nei posti sbagliati. Spesso in altre Persone. Che a loro volta cercavano se stesse.
So che a qualcuno sta venendo voglia di dirmi che sè stesso vuol l'accento. 
Ma
 Primo, gli linko la pagina dell'Accademia della Crusca,
 (Così già che c'è si depura anche);
 Secondo (ma non di minore importanza), se scrivi perché vuoi liberarti mica pensi tanto alla Forma. Che forma hanno le scorregge? Chi lo sa? Però sai che soddisfazione!

 Quindi quando scrivo è come se scorreggiassi. Dategli Voi l'odore che preferite. Io, in tutta onestà, ho bevuto giusto un po' di Camomilla, quindi non posso suggerirvi nulla.

Posso andare avanti o siete ancora in modalità MaestrinaFigaDiLegno? Eccchecccazzo.

Bene, dopo aver sciorinato un bel po' di banalità di twitteriana memoria, continuerei. Che io questo so fare. Barcamenandomi tra il Volgare e il Nobile (?), un po' Santa e un po' Puttana, un po' Vecchia Ziona Saggia un po' Giovane Zietta in Calore. Gnocca e Cozza. Geisha e Femminista. Ma sempre, tremendamente Ovvia. Siate clementi. Anche perché noi Lagggente siamo in tanti. Come i Poveri. Come i Tristi. Come gli Illusi. Meglio, no? Così Voi Originali, Voi Creativi, Voi Lassù brillate ancora e ancora di più. E comunque fate i bravi, proprio perché noi siamo in tanti. Potremmo decidere, comunque, di farvi un Culo così, a Voi e la Vostra Snobbissima Arte. Banalmente, si intende.  ( E "Snobbissima se po' di': L'ho gugolata.)
Pure l'effetto della Camomilla mi avete fatto passare.
Dicevo. Uff... (Che pazienzacheccevo'.) 

Cercarsi.

 Che uno mica deve per forza essersi perso del tutto, per cercarsi. O cercare di ritrovarsi. Personalmente credo che ogni tanto bisognerebbe proprio cercarsi per Legge. Come il Collaudo dell'Auto, insomma. Perchè, soprattutto adesso, molti di noi fanno una Vita talmente ripetitiva e monotona che neanche si accorgono, di essersi perduti, Sì. Lavoro, aperitivo, gita fuori porta, vacanza estiva. Famiglia, amici, calcetto, social, scopatina extra. Ci convinciamo che questa sia la Vita che abbiamo sempre voluto: Un po' di sacrifici, un po' di rinunce, qualche mutuo quà e là, persone perse per strada...

Te la ricordi l'ultima volta che hai fatto Qualcosa che non "Dovevi" fare ma "Sentivi" di fare?
 Sai, quelle cose tipo Amaro Montenegro, che non ci guadagni niente, che gli altri ti guardano come fossi un Coglione e Tu sei Felice. E non Te ne fotte un Cazzo. E dopo torni alla Vita di sempre, ma con una luce diversa negli occhi. Si spegnerà, prima o poi, perché quando Ti ricapita... Però, cazzo, Tu Ti sei ritrovato! E' così.  Ne sono sicura. Forse la Felicità, se esiste è proprio questa: Ritrovarsi, ogni tanto. Ritrovarsi per se stessi. E credo fermamente che la Felicità non possa dartela nessuno. Quel Guizzo, quella scintilla che dura il tempo di un battito di cuore. Sei Tu ad averla costruita. Senza neanche rendertene conto. Ritrovare se stessi, a  piccole dosi, senza necessariamente essersi persi del tutto. Senza per forza andare in India. Che poi diciamolo, 'sta menata dell'India era una Moda dei figli di papà anni 60|70, e quella di " Ritrovarsi" era una scusa bella e buona. Da quando quellilì hanno scoperto Formentera Ti saluto Say Baba.

Ora scusate, la mia "Ada" mi chiama. Ci lavoro da quasi due anni. L'ho ereditata da Nonno Niceta. Faceva il Pescatore.  La usava quando usciva con Nonna a pescare ricci la Domenica. Nonno si immergeva e risaliva ogni quarto d'ora con la borsina di rete piena di ricci, granchi, qualche piccolo polpo. Nonna puliva tutto, tirava fuori la fiaschetta del vino dal sacco pieno di ghiaccio, una forma di pane fresco e passavano la giornata lì. Mangiando, bevendo e chissà quante volte ci avranno fatto l'amore. Certo, non capitava spesso. I miei Nonni lavoravano tanto. Ma appena poteva, Nonno, portava Nonna al Mare, sulla barchetta a cui aveva dato il Suo nome. A volte riemergeva con soltanto una bella conchiglia. Allora mangiavano pane e pomodoro, sulla barca. Giovani e felici. Amo pensare che Papà sia stato concepito proprio su questa barca.
 Tantissimi anni fa una mareggiata la distrusse, risparmiandone giusto lo scheletro. Era la barca piccola, quella della Domenica. E ormai avevano tre figli a cui badare. Nessuno se ne curò. E' rimasta per tanto tempo in Garage. 
 Adesso mi piacerebbe riportarla ai vecchi fasti. Chissà...  Ce la sto mettendo tutta, perché voglio fare in tempo a portarci mio Padre, quassù. E chissà, magari qualche riccio di mare lo trovo anch'io. Mal che vada gli regalo una conchiglia. Una di quelle con la voce del nostro Mediterraneo.

E' faticoso, ricostruire un Sogno. Quasi quanto ritrovarsi dopo essersi a lungo cercati. E spesso, le due cose coincidono.

Con Permesso.

3 commenti:

  1. nessun commento a un post del genere?
    ma forse è giusto così, le cose belle non si commentano.
    che poi, cazzo avremo da commentare in continuazione...
    quindi, mi scuso per aver rotto questo rispettoso silenzio e tante belle cose, che mi sa che te ne meriti un po'.
    una follower capitata qui.

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  2. niente da commentare son pensieri tuoi ..Ti sei trovata ?

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