giovedì 29 novembre 2012

Bolle di Realtà.


Un paio di giorni fa un Amico, conosciuto su Twitter e diventato tale nella Vita, mi ha consigliato di “Staccare un po' da Twitter”.
 Lo ha fatto in modo spassionato, perché è una Persona dotata di particolare empatia, perché mi vuole bene, perché mi crede affetta da quella strana malattia dilagante che colpisce molti fedelissimi dei Social:
 Confondere il Reale con il Virtuale
e permettere, in questo caso a Twitter, di entrare come un Virus nel Tuo organismo e cominciare a minarlo dall'interno. Demolisce le Tue abitudini:
Non vedi l'ora che la Tua amica (che non è su Twitter) finisca finalmente la luuuunga telefonata in cui Ti racconta problemi Reali e Concreti (La Sfigata!);
 Rinunci a qualche uscita pur di startene preferibilmente sola, sul divano, a commentare un Programma in TV che MAI Ti saresti sognata di guardare prima d'ora e, confessa, quando sei col Tuo Uomo, o da sola,  chiudi gli occhi e per un attimo sei con “Quellolì”.
Quello che non hai ancora mai visto di persona ma Ti scrive cose che Minchia, nessuno mai... E da quando Vi uozzappate controlli l'orario in cui si è collegato (Cazzo, le 23.15. Ma non con me!!!) , guardi tutte le Sue interazioni e, Porca Miseria, c'è sempre qualche zoccola che si intromette tra Te e Lui, l'Uomo Perfetto, quello che... Perché non Ti ho conosciuto prima?!
Poi, pensaci, Non Ti era mai capitato di dimenticare il Ragù sul fuoco, l'Arrosto in forno, il bimbo sul vasino, il marito nel letto, che prima di alzarsi da tavola Ti ha rivolto uno sguardo complice e nel frattempo si è addormentato. Lui e la sua erezione.

Con dettagli più o meno simili, per me  Twitter era diventata un'ossessione. Vivevo in una bolla. Tra Sogno e Realtà. Come i bimbi. Come i folli.

A Luglio, in un impeto di rabbia, dopo una cena tra Twitteri Salentini, tornai a casa e chiusi l'Account.

Ma... Il problema non era Twitter. Il problema ero io.
Ero ancora convalescente. Di quella convalescenza che ti porti dentro. Che fisicamente reagisci ma in testa resti malata. Mi ero rifugiata in un mondo che mi permetteva di interagire pur restando a letto, che mi aveva cullato per i due anni più duri da affrontare da quando ero nata.  E questo mi faceva ritardare il mio ritorno alla Vita, era il mio rifugio contro la Guarigione. Rimandavo così Il confronto con 'lagggente' quella maleducata, insensibile, quella della quale faccio parte per nascita ma di cui mi ritenevo Vittima. Quella che non puoi spammare o bloccare quando Ti ferisce. E' triste ammetterlo. Ma a volte la malattia Ti fa entrare in uno stato di Grazia per cui molti, ritenendoti un essere inferiore, Ti trattano bene e sono buoni con Te. Cominciare a guarire mi costringeva ad affrontare “alla pari” i Mostri della Vita.

Sono ritornata. Con un atteggiamento diverso. Continuando a leggere e scrivere, perché mi piace, mi diverte. Mi gratificano i Complimenti, gli RT, le Stelline. E non prendo sul serio nessuna offesa.

Twitter mi ha fatto conoscere Persone che sono diventate Importanti, nella Vita reale. E nella Vita reale mi ci rapporto, nel bene e nel male. Nella Vita faccio e subisco torti e nella Vita  litigo e faccio pace con loro. Non su Twitter, lì, al limite, ci gioco. Alcune di loro ormai fanno parte di me, sono sicura che ci resteranno per sempre. Altre andranno e verrano. Altre ancora forse fisicamente non potrò mai conoscerle, e mi spiace tanto, perché le “Sento” molto.

Quindi, tornando all'Incipit del mio delirio, vorrei dire al mio Amico adorato che ora Twitter per me è davvero un gran bel giochino. Che spesso sarò giù perché ancora non sto benissimo, per il lavoro, la stanchezza, la preoccupazione per la mia Famiglia, il tradimento di chi chiamerò, sbagliando, Amico, le Delusioni che darò e riceverò da Chi amo. Tutte cose che fanno male. Ma non è Twitter; sono gli Schiaffoni della Vita. E, credimi, non vedevo l'ora di tornare a riceverli.

Avevo solo bisogno di raccontarlo. Grazie per lo sfogo.


Monica.